di Giorgio Infranca e Pietro Semeraro
La giustizia tributaria italiana è, ancora oggi, gestita da un corpo di magistrati onorari e part time. Per ovviare a questa anomalia (che si traduce, peraltro, in una difformità degli indirizzi giurisprudenziali e in una forte litigiosità), è stata istituita una apposita Commissione interministeriale che, tuttavia, nella sua Relazione finale ha espresso due diverse opzioni: una fortemente innovatrice e una, invece, di stampo conservatore. Auspicio di chi scrive è che questa possa essere la volta buona per una riforma vera e profonda della giustizia tributaria italiana, che tenga conto delle peculiarità del diritto tributario, a tutto beneficio sia dei contribuenti che dell’erario.
I. Introduzione
Quello della riforma della giustizia tributaria italiana è un tema da lungo tempo al centro del dibattito, non solo acca- demico, ma anche politico nel nostro Paese.
La tematica è assai di recente tornata in auge a seguito della pubblicazione, in data 30 giugno 2021, della Relazione finale della “Commissione interministeriale per la riforma della giustizia tributaria”[1]..