Di Giorgio Infranca e Pietro Semeraro
Tra le diverse norme contenute nel decreto c.d. Sblocca cantieri (DL 32/2019), quella che sta facendo maggiormente discutere è senz’altro l’art. 1 comma 1 lett. n), che ha modificato l’art. 80 del Codice dei contratti pubblici (DLgs. 50/2016), relativo alle cause di esclusione.
L’art. 80 individua tutta una serie di ipotesi di estromissione degli operatori dalla partecipazione a una gara d’appalto, quali, ad esempio, la condanna o il “patteggiamento” con riferimento a taluni gravi reati. L’art. 80 comma 4 prevede anche l’esclusione dalle gare per violazioni di norme in materia tributaria o contributiva.
Nella versione precedente al DL 32/2019, l’esclusione era prevista soltanto nel caso di “violazioni gravi, definitivamente accertate, rispetto agli obblighi relativi al pagamento delle imposte e tasse o dei contributi previdenziali”.
Per violazioni “gravi”, la normativa intende, in forza del richiamo all’art. 48-bis del DPR 602/1973, infrazioni di importo superiore a cinquemila euro; per “definitivamente accertate”, si intendono violazioni accertate con sentenza definitiva o con atto amministrativo non più impugnabile.
A tale fattispecie, il decreto Sblocca cantieri ha affiancato un’ulteriore ipotesi, che ha allarmato gli operatori, relativa a irregolarità tributarie (o contributive) accertate ma non ancora definitive.
Per saperne di più, contattami