di Giorgio Infranca e Pietro Semeraro
Nel passaggio al Senato del disegno di legge di conversione al DL 32/2019 è stato stralciato l’art. 1, comma 1, lett. n) del decreto, ovvero la tanto contestata norma che inseriva tra le cause di esclusione dalle procedure di gara di cui all’art. 80 del DLgs. 50/2016 (Codice degli appalti), anche l’ipotesi di violazioni tributarie “non definitivamente accertate”.
Anche se ancora non è stato concluso l’iter parlamentare (martedì prossimo inizierà l’esame alla Camera) e al netto di ogni valutazione più ampia sul “destino” che avrà il Codice degli appalti (il quale potrebbe addirittura essere sospeso), questa è sicuramente una notizia da accogliere con favore. La norma licenziata nel DL 32/2019, come segnalato anche su Eutekne.info (si veda “Esclusione da gare per violazioni non definitive a rischio di incostituzionalità” del 30 aprile 2019) era a fortissimo rischio di incostituzionalità e avrebbe avuto un effetto potenzialmente devastante per le imprese che operano con gli enti pubblici.
La norma, infatti, dando una così marcata rilevanza alle violazioni non definitive poteva creare significativi squilibri in punto di rispetto del diritto di difesa (art. 24 Cost.), libera iniziativa economica (art. 41 Cost.) e, più in generale, buon andamento della P.A. (art. 97 Cost.).
Nella speranza che alla Camera non emergano ulteriori novità, rimangono essenzialmente sul tavolo due temi potenzialmente problematici…
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