di Giorgio Infranca e Pietro Semeraro
Pare – finalmente – giunto il tempo per la riforma strutturale della giustizia tributaria, almeno stando allo schema di disegno di legge recante disposizioni in materia di giustizia e di processo tributari, attualmente solo discusso in pre-Consiglio dei Ministri.
Lo schema disponibile incide, anzitutto, sugli organi della giustizia tributaria (e, quindi, sul DLgs. 545/1992), non trascurando altresì talune modifiche alla disciplina del processo tributario (specie in tema di testimonianza, conciliazione, ricorso pregiudiziale in Cassazione).
Concentrando la nostra attenzione sul tema della riforma degli organi della giustizia tributaria, si può affermare che lo schema di decreto rappresenta l’erede dei lavori della Commissione interministeriale per la riforma della giustizia tributaria (si veda “Riforma della giustizia tributaria a due velocità” del 13 luglio 2021) e, segnatamente, della proposta “riformista” proveniente dalla componente accademica/professionale della stessa, fondata sull’esigenza di assicurare la specializzazione dei giudici tributari tramite l’affidamento della giustizia a magistrati tributari a tempo pieno, scelti per concorso.
Lo schema di Ddl., infatti, propone di affidare la giustizia tributaria a una “nuova” classe di magistrati tributari selezionati per concorso pubblico per esami e destinati a tempo pieno alla gestione della giustizia tributaria.
Si prevede, altresì, che la nuova magistratura tributaria sia destinataria del medesimo trattamento economico previsto per i magistrati ordinari, fornendo – finalmente – riconoscimento monetario adeguato ai soggetti deputati a svolgere un ruolo così tanto delicato.
Lo schema individua il fabbisogno di magistrati tributari “professionali” da selezionare per concorso in 450 unità per le C.T. Prov. e 126 unità per le C.T. Reg.
La bozza in discussione, naturalmente, prevede che nelle more dell’implementazione delle selezioni concorsuali, la gestione della giustizia tributaria sia rimessa (anche e soprattutto) agli attuali giudici tributari, purché presenti alla data del 1° gennaio 2022 nel ruolo unico di cui all’art. 4 comma 39-bis della L. 183/2011, e ciò con il chiaro intento di non disperdere il patrimonio di esperienza accumulato negli anni di servizio, accompagnando al contempo i giudici attualmente in organico verso il completamento della loro carriera…
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