di Giorgio Infranca e Pietro Semeraro
Il tema della riforma della giustizia tributaria impegna da lungo tempo gli operatori del settore e trova sponda in diversi progetti di legge attualmente depositati in Parlamento.
Nell’ambito del PNRR (pag. 59 e 60), inoltre, tale esigenza di riforma viene specificamente richiamata, ponendo il focus sull’aumento della qualità delle sentenze delle Commissioni Tributarie e conseguente alleggerimento del carico pendente in Cassazione.
Sul punto, occorre premettere che la magistratura tributaria è attualmente composta da un mix di magistrati togati “prestati” alle Commissioni Tributarie da altre magistrature (ordinaria – civile e penale – amministrativa e contabile) e da giudici onorari estranei al corpus della magistratura. Tale composito corpo di giudici si caratterizza, evidentemente, per un basso livello di specializzazione e di preparazione tecnica, peraltro proprio in una materia, quella tributaria, in cui specializzazione e aggiornamento constante sono, invece, assolutamente necessari, con l’effetto di aver reso la giustizia tributaria una sorta di roulette, caratterizzata da indirizzi mutevoli e da un tasso di annullamento delle decisioni in Cassazione pari a circa il 50%.
In questo scenario, al fine di assicurare una riforma efficace, è stata istituita una commissione di esperti, nominata dalla Ministero della Giustizia, di concerto con il MEF, che ha elaborato un piano di azione, purtroppo, non unitario (la relazione finale della Commissione è stata licenziata lo scorso 30.6.2021)…..